La posizione del Monte Baldo, il suo distendersi da un lato verso l’area-padano-atesina e il lago di Garda, dall’altro la sua vicinanza a una delle principali vie naturali di penetrazione della catena alpina, ne ha fatto da sempre un’area interessata da apporti umani diversi e continui nei secoli.
L’occupazione umana stagionale e periodica presente già nella preistoria diviene stanziale con i Romani, durante il Periodo Barbarico e l’Alto Medioevo, originando dalle zone collinari ed estendendosi di seguito verso l’alto.
Il territorio evidenzia numerosi borghi di modeste dimensioni, sviluppatisi e resi autonomi a partire dalla nascita delle Pievi e dal riassetto territoriale, avvenuto tra il IX e il XII secolo, per merito dell’intraprendenza di alcuni monasteri veronesi. Questi, presenti sul territorio avevano dato impulso all’olivicoltura e alla coltivazione della vite.
Risale a questo periodo l’erezione di numerose chiesette-oratorio, romaniche, collocate nella zona collinare alta, accanto ai borghi. Questi venivano difesi da piccole fortificazioni strategiche innalzate a controllo del territorio.
Terminata la presenza dei monasteri, i borghi incastellati passarono in mano a famiglie nobili veronesi fedeli agli Scaligeri e in seguito alla Serenissima di Venezia.
Grazie ai Veneziani vi fu un miglioramento progressivo dell’allevamento del bestiame e dell’attività casearia con sviluppo coevo del castagneto e dell’attività boschiva. E’ in questo periodo che alcuni abitati, con valenza stagionale si sviluppano, divenendo borghi stanziali.
La scoperta dell’America e l’avvento del Rinascimento inducono un “modus vivendi” più aperto al transito delle merci e al commercio.
I borghi fortificati perdono la loro importanza strategica, per lasciar spazio ai nascenti borghi lacustri, che nati dapprima come piccoli villaggi per pescatori, diventano punto di snodo per il trasporto di merci e persone, via lago.
Grazie alla costruzione di barconi capienti e robusti, inizia il commercio di legname, carbone, calce, olio, venduti su nuovi mercati, aprendo e arricchendo così l’economia locale.
Tra fine ‘800 e inizio’900 i paesi rivieraschi si trovano potenziati, grazie alla costruzione di piccoli porti e nuovi edifici signorili, eretti a residenza di famiglie che si muovono dalla città verso la periferia.
Con l’attuazione della Strada Gardesana alla fine degli anni’20 del secolo scorso e la messa in opera di porti più sicuri, i borghi lacustri si preparano alla sfida del nascente turismo, dapprima locale e poi straniero.
Dagli anni’60 del ‘900, abitati e borghi lacustri e collinari subiscono una radicale trasformazione, data da un incremento edilizio improntato alla costruzione di nuove abitazioni, ville, alberghi, campeggi in grado di rispondere alle esigenze turistiche odierne.