Le malghe
Sul Baldo veronese sono presenti 52 malghe, con quasi 4000 ettari di pascolo, rappresentando la terza area alpicolturale del Veneto.
Col termine di “malga” si intende in realtà tutto il complesso di pascoli, boschi ed edifici presenti in una proprietà. Posti in posizioni panoramiche, spesso non più utilizzate, sono la testimonianza di un lavoro antico e altamente specializzato, ora sempre più raro.
La malga, con i suoi pascoli ed il baito, rappresenta una valida testimonianza di razionale organizzazione del territorio montano; ha rivestito un significato e secolare ruolo per l’alpeggio estivo del bestiame la lavorazione del latte prodotto ed ancora oggi costituisce un elemento caratteristico del paesaggio montano.
Abitati e borghi
La posizione del Monte Baldo, il suo distendersi da un lato verso l’area-padano-atesina e il lago di Garda, dall’altro la sua vicinanza a una delle principali vie naturali di penetrazione della catena alpina, ne ha fatto da sempre un’area interessata da apporti umani diversi e continui nei secoli.
L’occupazione umana stagionale e periodica presente già nella preistoria diviene stanziale con i Romani, durante il Periodo Barbarico e l’Alto Medioevo, originando dalle zone collinari ed estendendosi di seguito verso l’alto.
Il territorio evidenzia numerosi borghi di modeste dimensioni, sviluppatisi e resi autonomi a partire dalla nascita delle Pievi e dal riassetto territoriale, avvenuto tra il IX e il XII secolo, per merito dell’intraprendenza di alcuni monasteri veronesi. Questi, presenti sul territorio avevano dato impulso all’olivicoltura e alla coltivazione della vite.
Risale a questo periodo l’erezione di numerose chiesette-oratorio, romaniche, collocate nella zona collinare alta, accanto ai borghi. Questi venivano difesi da piccole fortificazioni strategiche innalzate a controllo del territorio.
Terminata la presenza dei monasteri, i borghi incastellati passarono in mano a famiglie nobili veronesi fedeli agli Scaligeri e in seguito alla Serenissima di Venezia.
Grazie ai Veneziani vi fu un miglioramento progressivo dell’allevamento del bestiame e dell’attività casearia con sviluppo coevo del castagneto e dell’attività boschiva. E’ in questo periodo che alcuni abitati, con valenza stagionale si sviluppano, divenendo borghi stanziali.
La scoperta dell’America e l’avvento del Rinascimento inducono un “modus vivendi” più aperto al transito delle merci e al commercio.
I borghi fortificati perdono la loro importanza strategica, per lasciar spazio ai nascenti borghi lacustri, che nati dapprima come piccoli villaggi per pescatori, diventano punto di snodo per il trasporto di merci e persone, via lago.
Grazie alla costruzione di barconi capienti e robusti, inizia il commercio di legname, carbone, calce, olio, venduti su nuovi mercati, aprendo e arricchendo così l’economia locale.
Tra fine ‘800 e inizio’900 i paesi rivieraschi si trovano potenziati, grazie alla costruzione di piccoli porti e nuovi edifici signorili, eretti a residenza di famiglie che si muovono dalla città verso la periferia.
Con l’attuazione della Strada Gardesana alla fine degli anni’20 del secolo scorso e la messa in opera di porti più sicuri, i borghi lacustri si preparano alla sfida del nascente turismo, dapprima locale e poi straniero.
Dagli anni’60 del ‘900, abitati e borghi lacustri e collinari subiscono una radicale trasformazione, data da un incremento edilizio improntato alla costruzione di nuove abitazioni, ville, alberghi, campeggi in grado di rispondere alle esigenze turistiche odierne.
L’uomo e la montagna
Alla grande diversità biologica del Monte Baldo si affiancano altri aspetti di notevole interesse; si tratta di aspetti paesaggistici, storici e socio-antropologici che rendono l’intera area assolutamente unica nel contesto europeo.
La presenza umana sul Monte Baldo è stata, fin dalla preistoria, attenta agli equilibri ecologici. Le tradizionali attività agro-silvo-pastorali, infatti, non hanno determinato modificazioni sostanziali dell’assetto del territorio.
L’alpeggio, il governo dei boschi, la coltivazione del castagno da frutto e, alle quote inferiori, dell’olivo, sono attività praticate secondo antiche tradizioni, e hanno permesso al territorio baldense di mantenere un buon livello di naturalità.
Monte Baldo, “Hortus europae”
Il Monte Baldo è conosciuto per la sua eccezionale ricchezza floristica e faunistica dovuta da una parte alla presenza di specie rare ed endemiche, ma anche alla notevole escursione altitudinale che determina la successione di ambienti molto diversi: da quelli sub-mediterranei, sulle rive del Lago di Garda, fino a quelli alpini delle creste.
Geomorfologia
L’architettura geologica del Monte Baldo è tra le più interessanti che si conoscano nell’ambiente prealpino. Posto all’estremità occidentale delle Prealpi Venete, è un massiccio isolato dalla forma rettangolare che si eleva improvviso sulla pianura Padana tra il Lago di Garda, ad occidente, e la valle dell’Adige (Lagarina) ad oriente, con un orientamento da Nord a Sud che si allunga verso il Trentino. Lungo circa 37 km, largo in media I I km, con una superficie di circa 400 kmq, il Monte Baldo si sviluppa dai 65 m delle sponde del Garda ai 2718 m di Cima Valdritta, la cima più elevata.
Il versante occidentale è ripido mentre quello orientale si spezza intorno ai 900-1000 m su un altipiano ondulato, e si affaccia a balcone sul fiume Adige, in gran parte con imponenti strapiombi.
Dal punto di vista geologico, il Monte Baldo è costituito da rocce in prevalenza calcaree e dolomitiche, formatesi per sedimentazione nel mare dell’Era Secondaria e Terziaria, circa da 210 a 25 milioni di anni fa, e poi sollevatesi e piegatesi a causa della spinta della zolla africana verso quella euro-asiatica.
ln seguito, l’erosione operata dall’acqua, dal ghiaccio e dal vento, ha modellato le cime, abbassandole ed arrotondandole in una fase particolarmente attiva tra i 5,5 e i 4,5 milioni di anni fa, ma che è ancora in atto soprattutto verso i 2000 metri d’altezza.
Gran parte degli aspetti morfologici attuali sono legati al glacialismo. Durante l’ultima glaciazione il Monte Baldo era circondato dalle lingue glaciali del Garda e dell’Adige che si espandevano verso Sud a formare gli anfiteatri morenici del Lago di Garda e di Rivoli.
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